Introduzione
Un particolare aspetto del rischio biologico nelle attività lavorative specifiche del settore ospedaliero e sanitario è rappresentato dall'esposizione occupazionale derivante da contatto delle mucose degli operatori con sangue e fluidi biologici contaminati da agenti biologici riportati nell'allegato XLVI 1 del d.lgs. n. 81/2008 e s.m.i o dalla lesione percutanea accidentale in seguito a ferita, taglio e puntura, attraverso strumenti contaminati da materiale infetto. Le ferite provocate da aghi e altri strumenti taglienti o acuminati, necessari all'esercizio di attività specifiche, figurano infatti tra i rischi più comuni e gravi per il personale sanitario e rappresentano un alto costo per il sistema sanitario e la società in generale. Nel settore sanitario risulta essere alta la percezione del rischio, essendo l'operatore sanitario frequentemente esposto al contatto con fluidi biologici, aerosol respiratori, materiali o strumenti dedicati a pratiche mediche o chirurgiche potenzialmente. Il rischio per gli operatori è di contrarre gravi malattie croniche (HIV, HBV, HCV) con conseguente diagnosi di malattia professionale. Si tratta di un rischio professionale, che coinvolge non solo i medici e gli infermieri, ma anche il personale addetto ai servizi assistenziali e di supporto.
Il termine “rischio biologico occupazionale” definisce tutte quelle situazioni nelle quali può essere presente un rischio per la salute in conseguenza dell'esposizione a un agente biologico come un microrganismo geneticamente (o non) modificato, coltura cellulare ed endoparassita umano in grado di provocare non solo infezioni, ma anche allergie e intossicazioni.
“Per raggiungere un ottimo livello di prevenzione di infortuni e di malattie professionali è importante che la sicurezza sul posto di lavoro sia intesa come comportamenti legittimi, necessari e convenienti, da mettere in atto attraverso specifiche attività di Informazione, Formazione e Addestramento”
La normativa
L'Unione Europea ha affrontato questa problematica e ha emesso la direttiva 2010/32/UE 3 in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario, recepita in Italia con il d.lgs. del 19 febbraio 2014, n. 19. La direttiva richiede di:
Applicare le Precauzioni Standard relative al rischio infettivo;
Sviluppare, validare e introdurre pratiche operative più sicure;
Valutare, adottare e utilizzare i dispositivi di sicurezza (NPDs) messi a disposizione dall'evoluzione tecnologica dopo adeguato un programma di addestramento al corretto utilizzo;
Sensibilizzare, informare e formare gli operatori sanitari.
L'Italia ha trasposto le disposizioni di questa direttiva nella propria legislazione mediante il d.lgs.19 febbraio 2014, n. 19 che ha introdotto il nuovo Titolo X-bis del D.lgs. 81/2008 rubricato «Protezione delle ferite da taglio e da punta nel settore ospedaliero e sanitario» entrato in vigore in data 10 marzo 2014. Da tale data, pertanto, tutti i datori di lavoro sono tenuti a farsene carico e ad adottare le necessarie misure organizzative e tecniche.
Il Decreto si compone di sei articoli (da 286 bis a 286-septies) che riprendono il contenuto dell'accordo quadro attuato con la Direttiva 2010/32/UE.
Articolo 286-ter precisa che per «misure di prevenzione specifiche» debbano intendersi le «misure adottate per prevenire le ferite e la trasmissione di infezioni... incluso l'impiego di attrezzature ritenute tecnicamente più sicure in relazione ai rischi e ai metodi di smaltimento dei dispositivi medici taglienti, quali i dispositivi medici taglienti dotati di meccanismo di protezione e di sicurezza, in grado di proteggere le mani dell'operatore durante e al termine della procedure per la quale il dispositivo stesso è utilizzato e di assicurare un'azione protettiva permanente nelle fasi di raccolta e smaltimento definitivo».
L'art 286-quinquies, riguardo la Valutazione dei rischi, sancisce l'obbligo del datore di lavoro di garantire che la stessa includa la determinazione del livello di rischio espositivo a malattie che possono essere contratte in relazione alle modalità lavorative, in maniera da coprire tutte le situazioni di rischio che comportano ferite e contatto con sangue o altro potenziale veicolo di infezione.
L'art. 286-sexies pone a carico dello stesso datore di lavoro l'effettuazione di formazione in ordine a:
Uso corretto di dispositivi medici taglienti dotati di meccanismi di protezione e sicurezza
Procedure da attuare per la notifica, la risposta e di monitoraggio post-esposizione
Profilassi da attuare in caso di ferite o punture, sulla base della valutazione della capacità di infettare della fonte di rischio.
Il D. Lgs. 81/2008 e s.m.i. impone regole organizzative e gestionali che devono essere collocate nella struttura generale dell'organizzazione. Una efficace tutela degli operatori è possibile attraverso l'adozione di misure di prevenzione e protezione idonee, come ad esempio fornire idonei dispositivi medici, eliminare l'uso non necessario di oggetti taglienti o acuminati, utilizzo di DPI specifici, dotazione di meccanismi di protezione e di sicurezza (Needlestick Prevention Devices: dispositivi medici pungenti/taglienti dotati di meccanismi di protezione). E importante sottolineare, inoltre che, a differenza dei dispositivi di protezione individuale, un NPD è assimilabile ad una “misura di protezione collettiva”, in quanto i benefici ottenuti dall'utilizzo di tali dispositivi sono goduti da tutti gli operatori che potenzialmente potrebbero venire a contatto con il dispositivo utilizzato. Attualmente sono disponibili in commercio versioni con meccanismi di sicurezza dei seguenti dispositivi: aghi e siringhe¸ aghi per prelievo¸ aghi a farfalla (epicranici)¸ set per prelievo sottovuoto con aghi a farfalla¸ sistemi chiusi di accesso vascolare “needleless”¸ aghi da sutura smussati;
I principi sono, dunque, fissati nelle disposizioni contenute nel provvedimento europeo e nel D. Lgs n. 19 del 19 febbraio 2014 “Attuazione della direttiva 2010/32/UE che attua l'accordo quadro, concluso da HOSPEEM (Associazione datori di lavoro del settore ospedaliero e sanitario) e FSESP (Federazione sindacale europea dei servizi pubblici), in materia di prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario”.
L'importanza della formazione
Con l'adozione di opportuni piani di prevenzione, formazione e introduzione dei dispositivi sicuri, si potrebbero evitare fino a 53.000 incidenti a rischio biologico, 550.000 ore lavorative perse e 16.000 giornate di malattia. È infatti dimostrato che un programma di formazione sulla conoscenza dei rischi specifici ai quali il lavoratore è esposto durante la sua attività lavorativa e la formazione per il corretto uso dei dispositivi medici risulta efficace nel ridurre l'incidenza degli infortuni connessi alla manipolazione di aghi e taglienti. Lo scopo di una formazione efficace è quello di creare la consapevolezza del rischio di ferite provocate da aghi di siringhe e altri oggetti taglienti (generalmente definite “ferite da taglienti”) e del rischio correlato dinfezione o contaminazione degli operatori sanitari. Tale processo si fonda sia sulla miglior conoscenza possibile del “rischio osservato” nell'ambito specifico, sia sul confronto con il “rischio atteso”. Come principale, ma non esclusivo, riferimento alla prevenzione delle punture accidentali in ambito sanitario occorre esaminare gli strumenti fondamentali per “osservare il rischio” (registri di sorveglianza, notifica degli incidenti) e le informazioni rilevanti per configurarne e comprenderne la “dimensione attesa” (tipologia e frequenza delle esposizioni, andamento nel tempo delle esposizioni occupazionali, categorie professionali a rischio di esposizione, ecc.).
- richiamare l'attenzione sugli obblighi dei diversi soggetti interessati in rapporto a tali rischi;
- esaltare il valore di un addestramento e di un'istruzione efficace, e l'attuazione di metodi di lavoro rivolti alla riduzione di tali rischi;
- promuovere sia la conoscenza, sia l'uso delle tecnologie fornite dall'Azienda in materia di “protezione dai dispositivi taglienti” evidenziando come la prima riduca sensibilmente il verificarsi del fenomeno.
L'addestramento efficace e l'educazione in materia di prevenzione è chiaramente l'arma più importante nella guerra contro le lesioni da aghi o altri dispositivi taglienti. Questo addestramento è compreso in tutti i programmi educativi destinati al personale sanitario dell'Azienda. È evidente che il personale relativamente nuovo nell'ambiente sanitario risulta tra i soggetti più a rischio. Altrettanto importante è l'organizzazione di un periodico aggiornamento professionale, poiché l'autocompiacimento può risultare un fattore pericoloso negli operatori sanitari esperti, che possono sviluppare l'atteggiamento che simili rischi sono “normali” e “scontati” nella loro professione. Un'esauriente e continua formazione degli operatori è di fondamentale
importanza per l'uso appropriato dei dispositivi acuminati o taglienti. L'esperienza dimostra che quando la formazione viene debitamente erogata conseguono pratiche di lavoro più sicure e l'adozione delle misure di sicurezza è di gran lunga più efficace.
Dott.ssa Alessandra Abbate
Tecnico della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro