La crisi economica coinvolge da tempo tutti i settori aziendali in modo trasversale ed in particolare il settore delle costruzioni che da sempre rappresenta uno dei comparti particolarmente a rischio, con il più alto numero di infortuni ed incidenti sul lavoro. In questo momento drammatico, in cui non c'è sicurezza per il posto di lavoro, parlare di sicurezza dei luoghi di lavoro sembra quasi un controsenso, sebbene l'articolo 1 della Costituzione Italiana, ci ricordi che "l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro" e che l'art.41 sostiene che l'iniziativa economica privata è libera e non che può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale, o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà e alla dignità dei lavoratori. Ciò nonostante, non possiamo pensare di allentare la nostra attenzione su una tematica così importante quale quella della prevenzione antinfortunistica, che non può essere ridimensionata, ne messa in second'ordine rispetto alla conclamata crisi economica. Non deve, la crisi economica incidere negativamente sulla qualità del lavoro e sul benessere dei lavoratori, i quali rappresentano, la richezza economica del nostro paese, una risorsa fondamentale per il benessere sociale.
La sicurezza e la salute dei lavoratori è un atto di civiltà sociale, un dovere ed un obbligo giuridico per ogni datore di lavoro, rispetto ai quali in caso d'infortunio, non c'è crisi che possa giustificare le violazioni delle norme antinfortunistiche. Abbassare la guardia, significa aumentare i rischi e i pericoli d'infortunio, con tutte le conseguenze che questi accadimenti drammatici comportano.
Da tempo, i principali istituti statistici nazionali, tra cui l'INAIL, riportano una sostanziale riduzione del numero degli infortuni sul lavoro, un risultato positivo, che qualcuno però attribuisce alla mancanza di lavoro, collegato al particolare momento di crisi, e non da attribuire agli effetti degli obblighi legislativi da tempo, incisivi e determinanti.
Ciò premesso, fatte le opportune valutazioni e considerazioni nel merito di tali problematiche, sarebbe auspicabile, per il nuovo governo #Renzi, un impegno particolare in materia di sicurezza e salute dei luoghi di lavoro, con provvedimenti sostanziali e di supporto alla incentivazione e defiscalizzazione degli oneri della sicurezza e delle spese necessarie per la formazione, l'informazione e l'addestramanto dei lavoratori, in modo particolare per le Piccole e Medie Imprese che sono quelle maggiormente colpite dalla crisi, precisando che i fondi interprofessionali non sono sufficienti a soddisfare la grossa richiesta formativa. Detassare le spese impiegate per la sicurezza dei lavoratori, rappresenta un'opportunità importante per tutte le imprese che dimostrano di aver adottato ed attuato sistemi di qualificazione aziendali nell'ambito della prevenzione antinfortunistica, finanziamenti necessari e finalizzati a sostenere economicamente le piccole e medie imprese, sfinite dal peso della pressione fiscale. Si invitano le altre organizzazioni impegnate in tale ambito a sottoscrivere e sostenere questa iniziativa affinchè si possa definire e determinare un risultato più ampio ed incisivo
Redazione INFORMAZIONETECNICA.IT
Il presidente di A.N.Te.S. (Associazione Nazionale Tecnici della Sicurezza) arch. Antonio D'Avanzo