La mozione della giunta comunale di Livorno, che prevede la requisizione degli alloggi non occupati per far fronte alle “emergenze abitative con motivazione di urgenza umanitaria” ha suscitato un vasto sconcerto; perché comprende, non solo gli alloggi pubblici, ma anche quelli privati. Si tratta di un salto indietro di oltre quarant’anni, ai tempi pre equo canone che riporta alla memoria quanto avvenne proprio a Milano nel 1975. Va comunque detto che l’analogo provvedimento (un'ordinanza del sindaco di allora, Aldo Aniasi) durò l’espace d’un matin e la mozione milanese venne ritirata per la sua patente illegittimità, la sua portata antieconomica e la dannosità sociale.
A prescindere dai ricorsi che si preannunciano a Livorno – basati su questioni di legittimita' o meno del provvedimento - va rilevata una importante conseguenza.
Da quando lo Stato non investe più nella costruzione di alloggi popolari, la risposta alla domanda abitativa viene lasciata agli investitori privati italiani e internazionali, i quali in tal modo assolvono già ad una funzione sociale; e non saranno certo invogliati a investire risorse economiche in un settore - quello degli alloggi da fornire in locazione - che, ai molti altri problemi congiunturali e strutturali, aggiunge la possibilità di sorprese di questi tipo.
Inoltre, la credibilità e l’affidabilità della nostra intera economia possono subire un duro colpo, anche se la causa è limitata a una città e a uno specifico comparto, quello immobiliare.
I problemi pubblici e sociali si risolvono producendo nuove risorse, non requisendo le risorse a chi le ha prodotte. La pubblica amministrazione deve impegnarsi ad aiutare chi opera a produrre una crescita economica, generatrice di maggiori risorse fiscali, impiegabili nel soddisfacimento dei vari bisogni; questo è il circolo virtuoso che permette alla società di sopravvivere e di risolvere i problemi nuovi che si presentano.
La distorsione concettuale, viceversa, che sottende il provvedimento della giunta di Livorno, può produrre un incalcolabile danno socio-economico all’intero Paese perché mina alla base quel circolo virtuoso