Le vie della ripresa : "LA DELEGA FISCALE"
Il monitoraggio: Ogni sei mesi le entrate verranno verificate sino al livello comunale
Lotta all’evasione.: Sotto tiro le operazioni con lo scopo prevalente di un risparmio indebito
Il mondo immobiliare guarda con attenzione, per non dire con apprensione, alla riforma del catasto. Perché l’attribuzione di valori di mercato, sia di compravendita che locativi, definirà una base imponibile enormemente più ampia. E su questa base imponibile si applicheranno le miriadi di imposte che oggi fruttano agli erari statale e locali una cinquantina di miliardi.
Se raddoppiasse, senza ritarare le imposte, questa raddoppierebbero quasi automaticamente.
Il problema del controllo sull’applicazione futura dei tributi sta diventando quindi il nodo
centrale della questione.
Del resto basta dare un’occhiata alla tabella qui a destra per rendersi conto del terremoto in vista. È vero che non si tratterà di un semplice passaggio dai valori oggi in vigore (rilevati a fine anni Ottanta) a quelli “veri”, perché entrerà in scena un algoritmo in cui questi saranno corretti da una nutrita serie di coefficienti relativi alle specifiche condizioni dell`immobile, in modo da evitare che si tratti di un “catasto dei borsini”. Ma il dato di partenza è quello. Il problema dell’invarianza di
gettito, davanti a questa prospettiva, è quindi cruciale e dovrà trovare una formulazione migliore
nei decreti legislativi rispetto a quella, onesta ma necessariamente incompleta, del testo della delega. Nell’articolo 2, comma 3, lettera 1) della delega (votata oggi in Senato, passerà alla Camera per il sì definitivo) si parla di “garantire l’invarianza del gettito delle singole imposte il cui presupposto e la cui base imponibile sono influenzati dalle stime di valori patrimoniali e rendite”, prevedendo “la modifica delle relative aliquote impositive, delle eventuali deduzioni, detrazioni o franchigie” (in particolare l’Imu, dice la delega). Alla successiva lettera m), poi, questa garanzia verrebbe rafforzata da un “meccanismo di monitoraggio, attraverso una relazione del Governo da
trasmettere alle Camere entro sei mesi dall`attribuzione dei nuovi valori catastali, nonché attraverso
successive relazioni, in merito agli effetti, articolati a livello comunale, del processo di revisione di cui al presente articolo, al fine di verificare l`invarianza del gettito e la necessaria gradualità, anche mediante successivi interventi correttivi”.
La formula scelta, però, nonostante l’evidente buona volontà del legislatore, non sembra possa
tener conto della complessità del meccanismo impositivo immobiliare. “In tutti i rilievi internazionali – spiega Achille Colombo Clerici, presidente di Assoedilizia – non si evidenzia mai
il dato di imposizione fiscale sugli immobili ma il rapporto tra gettito del settore e Pil. Da qui nasce l’equivoco sulla pressione fiscale: non si ragiona mai su quanto e come le varie categorie di contribuenti concorrono a formare quel gettito. Si genera così una distorsione sull`osservazione
del fenomeno, che si ripercuote poi nella norma”.
L`intervento generalizzato sulle basi imponibili, quindi, potrebbe essere governato con qualche difficoltà. Alla lettera m) dello stesso comma, infatti, si prevede un meccanismo di monitoraggio per verificare l’invarianza del gettito, stabilita con la lettera 1), a livello comunale. Questa relazione consente sì al governo di verificare l`invarianza, però a livello generale, previo monitoraggio a livello comunale. Il meccanismo, quindi, stando alla lettera della norma, rischia di provocare una colossale revisione ogni semestre; oltretutto non sembra esserci un nesso diretto tra il monitoraggio
delle variazioni a livello comunale e il ripristino dell`invarianza di gettito allo stesso livello di municipio.
Non solo: nella norma si parla di priorità rispetto alla questione dell`invarianza, mettendo l’Imu al primo posto, ma nel frattempo è saltata fuori la Tasi che è praticamente la stessa cosa.
“Un cambiamento contemporaneo di tutti i valori non sembra opportuno. Forse sarebbe meglio
procedere gradualmente prosegue Colombo Clerici senza continuando, comune per comune, con le operazioni di revisione a livello di microzona, come già fatto a Milano e Roma, su tutto il territorio nazionale, in base all’articolo 1, comma 335 della legge 3n/2005”.
IL QUADRO
Sono troppe le variabili di cui tenere conto e i comuni difficilmente accetteranno di essere legati a un divieto di incassare più tasse
Le differenze
La differenza tra il valore catastale attuale e il valore di mercato, che sarà la base di partenza per la riforma
IL BILOCALE ABITAZIONE PRINCIPALE
Città Valore catastale Valore di mercato Differenza %
Roma 112.794 422.500 +274
Milano 110.842 390.000 +252
Torino 62.471 214.500 +243
Firenze 74.618 221.000 +196
Bari 71.364 156.000 +118
UN TRILOCALE IN PROVINCIA
Città Valore catastale Valore di mercato Differenza %
Termini 70. 496 95.000 + 35
Innerese (Pa) 78.956 114.000 +44
Ercolano (Na) 101.515 166.250 + 64
Magenta (Mi) 115.614 147.250 + 27
Alessandria 188.930 209.000 +10
Tivoli (Rm)
LA CASA PER LE VACANZE
Città Valore catastale Valore di mercato Differenza %
Madonna di
Campiglio (Tn) 87.199 510.000 +484
Arbatax (Og) 32.537 102.000 +213
Albenga (Sv) 61.169 163.200 +167
Roccaraso (Aq) 74.184 178.500 +140
Termoli (Cb) 52.059 81.600 +57
MONOLOCALE DA AFFITTARE A STUDENTI
Città Valore catastale Valore di mercato Differenza %
Roma 75.485 252.000 +234
Milano 34.489 136.800 +297
Palermo 10.932 57.600 +427
Perugia 18.871 72.000 +281
Bologna 46.853 108.000 +130