Il futuro regolamento ministeriale sulla formazione degli amministratori immobiliari non dovrà prescindere dalla conoscenza maturata dal sistema formativo associativo che ha sopperito negli ultimi 20 anni alle evidenti carenze normative”. Lo ha dichiarato in una nota Franco Pagani, Vice Presidente di CONFASSOCIAZIONI con delega ai Rapporti con l’Università.
“La recente riforma del condominio (Legge 220/2012), oltre al diploma di scuola media superiore, ha obbligato il futuro amministratore a frequentare un corso di formazione iniziale e, per la prosecuzione dell’attività, a seguire corsi di formazione periodica. Fin qui, assoluta concomitanza con quanto CONFASSOCIAZIONI ritiene indispensabile per una vera qualità professionale riconoscibile sul mercato. Peccato – ha sottolineato Pagani - che la 220 si sia dimenticata di specificare chi possa tenere i corsi, quale sia la durata minima ed i contenuti e se debba essere prevista una verifica finale”.
Entrata in vigore il 18 giugno scorso, la 220 è stata nuovamente oggetto di modifiche con il Decreto Legge 145/2013 “Destinazione Italia”. Il Governo è dunque intervenuto con un decreto legge e quindi, in attesa della conversione, in modo transitorio. “Una transitorietà forse troppo prolungata - precisa Pagani che è anche Vice Presidente dell’APE, l’Associazione dei Periti e degli Esperti – 60 giorni dal 24 dicembre per la conversione ma comunque un intervento importante perché ha demandato la disciplina ad un regolamento del Ministro della Giustizia con cui determinare i requisiti per esercitare l'attività di formazione degli amministratori, nonché i criteri, i contenuti e le modalità di svolgimento dei corsi di formazione iniziale e periodica”.
In questo senso - ha continuato Franco Pagani - CONFASSOCIAZIONI si permette di sottolineare l'importanza di riuscire (almeno questa volta) a rendere più sinergici il mondo accademico ed il sistema associativo: quest’ultimo è il solo che conosce le vere necessità di formazione di questo segmento professionale. E’ dunque assolutamente da privilegiare la contaminazione virtuosa dell’attuale sistema di formazione accreditato sul mercato nel corso degli ultimi 20 anni dal sistema associativo, con un nuovo approccio delle associazioni stesse che abbia un rapporto più formale e strutturato con il mondo universitario. Un’integrazione tra sapere e saper fare da privilegiare rispetto ad altre scelte come il riconoscimento di organismi formativi esterni, generici e privi di un esperienza sul campo specifico”.
“In sintesi – conclude Pagani - l’auspicio di CONFASSOCIAZIONI è che il Ministro possa ascoltare gli unici soggetti che hanno concrete esperienze maturate e strutturate come le associazioni professionali, per una piena collaborazione alla stesura di un percorso formativo di elevato standing che sia finalizzato soprattutto alla tutela dei cittadini consumatori. Tale percorso potrebbe essere supportato dalla costituzione di un Comitato di aggiornamento e verifica da insediare presso il Ministero (senza costi per lo Stato) a cui CONFASSOCIAZIONI e le sue organizzazioni sono pronte a dare un importante contributo in termini di partecipazione o indicando conoscitori “reali” della materia. La speranza è che, una volta tanto, il percorso sia ascendente, ovvero proveniente dal mondo delle professioni associative e del mercato, anziché discendente, e cioè calato sul mercato da chi non conosce e vive quotidianamente la realtà complessa di un mondo, quello dell’amministrazione immobiliare, che rappresenta uno dei pochi settori in grado, nonostante, la crisi di generare posti di lavoro per i giovani”.
Dott.ssa Adriana Apicella
Resp. Ufficio Stampa CONFASSOCIAZIONI