Giovannetti: “Serve un piano di sicurezza integrata che solo con il libretto possiamo assicurare, prevedendo non solo i danni strutturali ma anche quelli dovuti a impianti non a norma”
“Sì all’istituzione di un certificato di stabilità obbligatorio per gli edifici, ma all’interno di un piano complessivo di prevenzione e sicurezza. Perché questo intervento da solo non basta a prevenire tutti gli eventi drammatici che possono derivare da fughe di gas, esplosioni elettriche, impianti non a norma”.
Così il presidente del Consiglio nazionale dei periti industriali e dei periti industriali laureati Giampiero Giovannetti commenta la decisione del ministro delle infrastrutture Graziano Delrio, all’indomani del crollo della palazzina di Torre Annunziata, di rendere obbligatorio un certificato di stabilità per tutti gli edifici. “Si tratta senz’altro di uno strumento importante” dice Giovannetti, “che però non previene tutti quegli altri episodi che mettono a rischio quotidianamente il livello di sicurezza delle nostre abitazioni. E per capirlo è sufficiente leggere qualche dato”.
Secondo i numeri del nostro Centro studi del Cnpi il 74,1% degli edifici residenziali è stato costruito prima degli anni 80 e circa un quarto (25,9%) prima della seconda guerra mondiale. L’elevata anzianità si ripercuote anche sullo stato di conservazione complessivo.
Sono oltre 2 milioni, vale a dire il 16,9% del totale, gli edifici residenziali che si trovano in mediocre (15,2%) o pessimo (1,7%) stato di conservazione e dove quindi gli interventi manutentivi risultano più invasivi ed onerosi.
Sempre secondo i dati nel corso del 2015 sono stati realizzati più di 150 mila interventi di soccorso negli edifici, prodotti da problemi di cattive condizioni statiche tra crolli o cedimenti, (più di 48 mila interventi), da fughe di gas (23 mila) e da incendi ed esplosioni prodotti da cattive condizioni degli impianti o dei macchinare presenti nelle abitazioni (quasi 84 mila).
Infine c’è da considerare il dato complessivo di infortuni e vittime: negli ultimi cinque anni, le persone infortunate a causa di crolli o cedimenti strutturali nelle abitazioni, fughe di gas, incendi ed esplosioni da cause elettriche o cattivo funzionamento di impianti avvenuti nelle abitazioni rilevate a seguito di interventi dei vigili del fuoco sono state 3368 mentre i morti 631, al pari di quello prodotto dagli ultimi due terremoti (634).
“Queste cifre”, aggiunge Giovannetti, “ci obbligano a guardare al problema sicurezza nella sua globalità, perché mettono in evidenza un dato allarmante: non sono solo i danni strutturali la causa di vittime e infortuni, ma una molteplicità di fattori (fughe di gas, impianti non a norma). Mettere in sicurezza il patrimonio immobiliare italiano però è possibile, così come si può ottenere una mappatura ragionata dell’intero complesso edilizio. Da oltre dieci anni diciamo che la risposta per noi è nell’introduzione del Fascicolo del fabbricato che permette un’azione a tutto tondo: dalla prevenzione dal rischio sismico e da impianti elettrici non a norma, fino alla dispersione energetica e alla conoscenza complessiva del patrimonio abitativo”.
Il fascicolo del fabbricato contiene tutte le informazioni principali relative alla progettazione, alla struttura, alle componenti statiche, funzionali e impiantistiche di un immobile.
“Se si considerano gli incidenti derivanti dalle altre condizioni in cui versano gli immobili è evidente come il tema assuma una dimensione globale che non può in alcun modo esser trascurata né più rinviata. Come organi ausiliari dello Stato siamo pronti a mettere a disposizione della collettività questo patrimonio di competenze. Speriamo questa volta si comprenda davvero che l’appuntamento con il Fascicolo del fabbricato, e quindi con la prevenzione e la sicurezza, non sia più procrastinabile”.