C'è un errore concettuale nella posizione di chi invoca una copertura assicurativa obbligatoria, a carico degli immobili, in caso di catastrofi naturali.
Nessuna analogia, infatti con l'assicurazione obbligatoria per la circolazione stradale.
Questa solleva dalla responsabilita' civile il privato, per fatto proprio; ma comunque garantisce al contempo i terzi del danno subito.
L'assicurazione obbligatoria per calamita' tende viceversa a sollevare lo Stato dall'onere di rispondere pubblicamente dei danni derivanti da eventi sul territorio, la cui prevenzione ricade direttamente sotta la sua responsabilita'.
Lo Stato peraltro percepisce dagli immobili, per questo compito, imposte erariali generali e, in determinate zone, contributi specifici per oltre 167 miliardi ( attraverso i consorzi di bonifica).
Imporre dunque una assicurazione obbligatoria equivarrebbe ad applicare una doppia tassazione, per il medesimo scopo.
Anzi l'introduzione di una assicurazione obbligatoria a carico dei danneggiati potrebbe paradossalmente essere controproducente: perche' lo Stato, sollevato dall'obbligo degli indennizzi e degli oneri di ricostruzione, potrebbe sottrarsi di fatto gradualmente al suo compito istituzionale di investire nella sicurezza del territorio. E cosi' si chiuderebbe, una volta per tutte, con l'ennesimo errore, il cerchio della salvaguardia del bel Paese.
Per concludere ricordiamo che Assoedilizia per la copertura, a costi contenuti, di rischi e responsabilita' civile derivanti da eventi di natura catastrofale , quale quelli connessi all'uso del gas ( il vero rischio che incombe sul proprietari immobiliari e ricade ingiustamente sotto la loro responsabilita) ha dovuto propiziare una apposita polizza assicurativa con un massimale di ben 25 milioni, al costo di 175 euro.